Tutto comincia a Laglio, sul Lago di Como, quando un giovane talentuoso maestro d'ascia decide di trasferirsi a Sarnico in soccorso del pescatori locali. Era Pietro Riva, bisnonno di quel Carlo che elevò il brand a leggenda.
[...] Nel 1946, a guerra finita, c’è una gran voglia di tornare alla normalità. Carlo vuole spingere l’immagine del cantiere stampando cataloghi e dépliant pubblicitari. Ben sapendo di non ricevere l’appoggio economico del padre Serafino, decide di sacrificare i suoi risparmi destinati all’acquisto di un alloggio per investirli in pubblicità. Dormirà a lungo nella soffitta di Lombardi, importatore dei motori Johnson.
Con un grande sacrificio economico, Carlo riesce a presentare la sua produzione anche alla fiera di Taranto, dove riceve i complimenti dell’onorevole Saragat, futuro Presidente della Repubblica.
L’impostazione del cantiere è però sempre votata alle competizioni, che si traduce in grande fama internazionale, ma pochi introiti. I piloti più famosi riescono infatti a ottenere da Serafino scafi a prezzi bassissimi, quasi al costo di produzione, forti della pubblicità internazionale che avrebbero garantito al cantiere. Dall’altra parte il figlio Carlo, con la testa più sul mercato da diporto, è desideroso di sperimentare la produzione in serie e razionalizzare costi e ricavi.
Gli scontri tra padre e figlio sono sempre più frequenti e Carlo passa quindi per una testa calda e un possibile ostacolo agli occhi di piloti.
Famosa la scena in cui Carlo, messosi in ginocchio davanti al padre, lo invita a prendere una bottiglia e rompergli la testa, tanto lui non avrebbe mai cambiato idea. Il futuro del cantiere era nella produzione in serie di runabout da diporto. [...]
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