Gobbi

LAKE COMO SHIPYARDS

Gobbi

Cima di Porlezza
Barche a remi

Il papà del Gobbi era un costruttore edile. Era contento che il figlio Carmelo, classe 1915, invece che perdere tempo con lo studio, lavorasse come muratore. Del resto a Carmelo non piaceva studiare, preferifa il lavoro. 
Da ragazzo chiese alla mamma 45 Lire affinché il professor Molfino, suo amico musicista, gli costruisse un mandolino. Ricevendo dalla madre un garbato, ma fermo, rifiuto Carmelo se lo costruì da solo.
La stessa famiglia di musicisti coltivava una fervida passione per i modellini di barche e Carmelo si cimentò presto nella costruzione di modellini in legno.
Fin da piccolo dimostra una notevole dimestichezza con il legno e, modellino dopo modellino, si rese conto di come la costruzione di una barca vera potesse essere alla sua portata.
Iniziò quindi la costruzione nel solaio di casa, dopo aver controllato e studiato le misure affinché, una volta ultimata, potesse passare dalla porta e dalle scale. 
Carmelo aveva diciotto anni e quest’impresa non incontrò il favore del padre, che la riteneva una perdita di tempo. A calmare le ire del padre intervenne un amico di famiglia, sostenendo che in tutta Cima non c’era nessun falegname, anche tra quelli vecchi del mestiere, in grado di portare a termine un simile lavoro. 
Carmelo continuò quindi la costruzione della sua prima barca, alla sera naturalmente, terminata la sua giornata da muratore.
Quando tornò da militare, uno zio di Osteno gli commissionò una barca, poi un altro signore del luogo ne chiede una seconda. Il Gobbi la costruì dietro compenso di 1100 lire. Non aveva mai visto tanti soldi in vita sua. Un fratello maggiore lo accompagnò in bicicletta a prendere il denaro.
Proseguì poi con la costruzione di canotti a vela e canotti a chiglia fissa. Uno di questi vinse, nel 1938, una regata per canotti a chiglia fissa. 
Arrivò poi la Seconda guerra mondiale e Carmelo Gobbi fu arruolato nel corpo degli Alpini.
Tornò eroicamente dalla lunga e inimmaginabile campagna di Russia, i cui ricordi tormentarono a lungo le sue notti. Il suo attaccamento alla patria rimase immutato negli anni, Carmelo presenziò, da buon Alpino, a tutte le manifestazioni ricorrenti degli anni a venire.
Il suo cantiere era una piccola cascina a Cima, la stanza era lunga 7,50 metri e questo era l’unico limite alla costruzione di barche oltre quella misura.
Fece esperienza dal 1960 al 1961 nel cantiere di Guido Abbate, poi dal 1961 al 1962 lavorò a Lugano per una ditta tedesca che costruiva battelli in ferro. Gobbi aveva in gestione i lavori in falegnameria per gli interni.
Carmelo racconta che imparò molto dai tedeschi e di come, nonostante la barriera linguistica, si capivano più dalle praticità del lavoro che con le parole. 
Nel 1963, terminato il suo nuovo cantiere in riva al lago, Gobbi torna a lavorare per proprio conto. In quegli anni i ragazzi di Cima erano affiliati alla Società Canottaggio di Osteno, ma i campanilismi erano di difficile gestione, spesso si arrivava alle mani e Gobbi fu incaricato di costituire una società di canottaggio a Cima. Nel 1970 fu fondata la gloriosa Società Canottieri Aldo Meda, realtà alla quale Carmelo dedicò tempo e passione, avviando tanti giovani al nobile sport del canottaggio.
Di Carmelo Gobbi si ricorsa anche la sua passione della pesca, “arte in cui eccelle e che lo vede con i gesti ponderati che segnano l’andirivieni della tirlindana e che si accompagnano allo sciabordio della barca e all’immergersi placido e ritmato dei remi in acqua”.

da MADE in LARIO
I cantieri nautici Gobbi furono fondati nel 1935 dal capostipite Carmelo che, contro la volontà del padre, si sottrasse a una carriera di capomastro e, in una cascina, costruì interamente a mano la sua prima barca, un “guscetto” di 2,5 metri in legno di castagno. Incoraggiato dai primi giudizi più che lusinghieri di esperti, avviò la produzione su ordinazione di barche in legno di svariate misure, a remi e a vela. Durante il periodo invernale, a causa della diminuzione degli ordinativi, lavorava in un importante cantiere, affinando le sue capacità. Rifiutato l’incarico di capocantiere, ne aprì uno tutto suo a Cima di Porlezza con la ragione sociale “Cantiere Gobbi Carmelo”. È interessante e divertente ricordare anche le curiose vicissitudini che accompagnarono tale esordio. Carmelo, animato da grande entusiasmo fu disposto ad abbattere un muro per fare uscire la sua prima barca e vararla. Il cantiere, poi trasferitosi in uno spazio più ampio a lago, si specializzò nella costruzione di lance in legno da diporto, oltre che di Lucie e di motoscafi, sempre in legno. L’attività fu continuata dal figlio maggiore di Carmelo, Giuseppe, (diventando “Nautica Ceresio”) che nel 1980 introdusse gli scafi in vetroresina con rifiniture interne in legno di mogano, particolarità questa che avrebbe da allora caratterizzato l’intera produzione dei gobbi. Nel 1990 Giuseppe trasferisce il cantiere nella nuova attuale sede a poche centinaia di metri di distanza da quella originale. La produzione prosegue nel solco della tradizione con i modelli di lance in tre diverse versioni di rifinitura e dimensioni, realizzate rigorosamente con metodi artigianali. I cantieri nautici Gobbi sono gli unici a offrire, sull’intero Ceresio italiano, un servizio di messa in acqua e di attracco, oltre che di rimessaggio.

Logo

Il Museo

Il Museo si propone di raccontare la storia della nautica di un territorio ricco di storia e cultura, quello della Lombardia e del Lago di Como, con la sua straordinaria raccolta di oltre 400 imbarcazioni.

Contattaci

Dove Siamo