LAKE COMO SHIPYARDS
Galli
Lecco
Specializzati in Comballi, Gondole lariane, barche da pesca e da lavoro
I GALLI
Rev. Mauri 03 marzo 2022
Le origini del Cantiere Galli risalgono alla fine del 1800.
La famiglia Galli era composta da cinque fratelli: il primogenito e capo cantiere era Giuseppe. Seguivano Giacomo, secondogenito e Noé, terzogenito. Il quarto fratello costruiva botti e solo l’ultimo non lavorò mai il legno. Del gruppo famigliare facevano parte Agostino e Cesare figli del primogenito, Paolo del secondogenito e Battista del terzogenito. Erano tutti nati a Pescate dove già si costruivano barche da pesca da generazioni. Quando l’attività si ingrandì, i Galli si trasferirono a Lecco dove ora vi è l’attuale Società Canottieri.
Il trasferimento a Lecco fu dettato sia dall’esigenza di una sede più grande, che dall’impossibilità di passare sotto il ponte dell’Adda con barche di grandi dimensioni durante lo spostamento verso il Lago.
I fratelli Galli vivevano tutti insieme con le loro famiglie in una casa molto grande e in totale armonia. C’era anche l’anziana nonna, la mamm granda.
Giuseppe Galli acquistava personalmente il legname. Si recava al monte Resegone e comperava le piante ancora in piedi. Le analizzava una a una, scegliendo i fusti più dritti e robusti per ricavare le tavole necessarie alla costruzione delle grandi gondole.
Le piante, una volta tagliate, erano trasportate alla segheria Bartesaghi di Lecco dove venivano lavorate per poi essere trasferite al Cantiere Galli. Qui rimanevano accatastate sul muro di cinta per prendere acqua e sole fino alla giusta stagionatura.
Il cantiere, circa 1000 mq, era coperto solo a metà e la gran parte del lavoro veniva eseguito all’aperto in qualsiasi condizione meteo.
Non esistevano spazi ad uso ufficio. Tutti i contratti erano verbali e non c’era bisogno di scrivere nulla. La stretta di mano tra il capocantiere e l’acquirente era il sugello dell’accordo, come ricorda oggi il nipote novantenne Guglielmo Galli.
Non esistevano nemmeno progetti o disegni. Guglielmo ricorda di non aver mai visto nessuno disegnare. Era sufficiente concordare le misure, conoscere le dimensioni del porto di ricovero e sapere la tipologia di carico a cui le barche sarebbero state destinate.
Giacomo si occupava di calafatare le barche. Il nipote ricorda ancora il suono continuo e monotono della mazzuola che picchiava sul ferro per inserire la fibra di tiglio fra le tavole. Si usavano esclusivamente attrezzi manuali ad eccezione di una sega a nastro azionata da un motore elettrico.
Il lavoro iniziava molto presto, tant’è che già alle otto arrivava una colazione, poiché si stava lavorando ormai da parecchie ore. I Galli indossavano lo stesso abito da lavoro per tutta la settimana e solo alla domenica si vestivano a festa, con la camicia bianca e la giacca nera. Gli appuntamenti fissi erano la messa e, nel pomeriggio, il cantun di ball per scambiare quattro chiacchiere.
Il cantiere ebbe il suo massimo sviluppo intorno al 1910 e chiuse completamente l’attività nel 1935, anno in cui la Canottieri di Lecco comprò gli spazi per sole 50.000 lire… “pregando perché la comprassero” come ricorda l’Emilio Galli con un misto di umorismo e disappunto.
Dalla famiglia Galli di Lecco discendono anche Casimiro e Pietro Galli.
Casimiro iniziò (tempo definito a costruire barche a Lecco, in località Lazzaretto, nei primi anni del 1900, mentre Pietro detto il Peder, si piazzò dalla parte opposta dell’Adda, proprio di fronte, dove costruiva un po’ di tutto compreso gondole lariane.
Lettera ricevuta da Guglielmo Galli
Milano 20.5.82
Nella conversazione recente, alla domanda in quale anno il cantiere della fraterna Galli aveva iniziato la costruzione delle gondole e dei comballi, risposi vagamente. Ora posso dimostrare che nel 1885 già navigavano grosse imbarcazioni Galli.
Le mando la riproduzione del dipinto eseguito da Uberto Dell’orto, che illustra la riva di Malgrate con due gondole ed una barca tirata su da un pescatore e due imbarcazioni lontane con la vela al vento.
I due figli del primogenito Giuseppe, quando io frequentavo da ragazzo, il cantiere, avevano superato da tempo l’apprendistato, perciò considero che il cantiere sia stato inaugurato qualche anno prima del 1885.
Nel cantiere non lavorarono estranei alla famiglia; apprendisti del mestiere furono solo i figli, di Giuseppe, Cesare e Agostino, di Giacomo, Paolo, di Noè, Battista. Ernesto non ebbe figli.
Nel cantiere non esistevano ferie. Orario 10 ore, in estate 11; vi si lavorava al freddo pungente, al caldo soffocante, al vento fastidioso, fronteggiando la pioggia!
Assiduità continua, attenzione molta, competenza sicura. La fraterna Galli furono uomini seri, corretti nei rapporti con la clientela.
Viva cordialità,
Guglielmo Galli
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**appunto da approfondire
Carlo Galli a Osteno, Adriano Galli a Lecco