Una visione molto grande è necessaria e l’uomo che la sperimenta deve seguirla come l’aquila cerca il blu più profondo del cielo.
(Cavallo Pazzo, capo Sioux)
Gianalberto Zanoletti, fondatore del
Museo Barca Lariana, avrebbe sicuramente amato questa frase. Non solo perché nata dalla saggezza di un popolo e di una tradizione oramai scomparsa (Gianalberto era anche appassionato sostenitore di
Survival International, movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni), ma soprattutto perché era un visionario vero.
Già negli anni Ottanta, quando la tutela dell’ambiente e l’attenzione al recupero dei materiali non era per nulla perseguita, GianAlberto ne aveva intuito l’importanza, facendo del riciclo uno stile di vita.
Abbiamo voluto interpretare e omaggiare il suo amore per le barche e per il riciclo restituendo all’acqua ciò che dall’acqua e per l’acqua è nato.
La visione è l’arte di vedere cose invisibili: ecco una chiglia prendere una nuova vita e diventare balena, un tachimetro è occhio e i chiodi sono denti di pesci sconosciuti.
Così, pezzi rotti di barche e ferro si sono ricomposti seguendo una personale visione che tutto trasforma, come ci trasformiamo noi, giorno dopo giorno. Ci ricicliamo nelle relazioni, nell’amore, nel lavoro. Ne usciamo sempre diversi, pronti per nuove visioni, pronti per dare una nuova importanza alle cose e alle persone.
Le opere sono state realizzate da Andrea M. Mantica.
I pezzi qui esposti sono in vendita, per informazioni chiedere alla reception.